Tutti noi abbiamo bisogno prima o poi di coprire un bisogno assicurativo. Dall’assicurazione per il veicolo alla polizza per il mutuo, ci ritroviamo a dover scegliere tra un ampio ventaglio di soluzioni online e offline. Accompagnati spesso da un certo senso di smarrimento o di poca fiducia, proporzionale all’investimento che andremmo a compiere con questo o quell’acquisto.
E spesso solo dopo che avviene un imprevisto, un sinistro o un danno capiamo se siamo coperti e in quale misura.
Ma chi sa con esattezza qual è il ruolo di un assicuratore?
Esistono delle differenze tra compagnia assicurativa, intermediario/broker e consulente, alcune di natura normativa, altre più “sottili” e legate all’approccio sul campo.
Con questo articolo abbiamo provato a dare qualche informazione utile per chi si interfaccia con le agenzie assicurative in qualità di consumatore e per chi vorrebbe intraprendere questa professione (ma ha ancora qualche dubbio).
Come si diventa consulente assicurativo
Non esiste una formula o un percorso valido per tutti. Per capirne qualcosa in più condividiamo oggi l’esperienza del nostro CEO Giorgio Oliveri, che ci racconta attraverso questa intervista cosa significa dal suo punto di vista essere oggi un buon consulente assicurativo.
1. Ciao Giorgio, come e perché hai iniziato il tuo percorso nel settore assicurativo?
Ho iniziato un po’ per caso a soli 23 anni: degli amici di famiglia avevano un’agenzia di assicurazioni, una bella realtà in cui il rapporto umano era alla base sia all’interno, nelle dinamiche del team, che all’esterno nei confronti dei clienti. Era un contesto piacevole, e poi avevano una grande esperienza nel settore.
In quel periodo frequentavo il primo anno di università in Giurisprudenza, ma pur avendola scelta l’amore non era scoccato. Mi si è presentata l’opportunità di guadagnare qualche soldo e, viste le esigenze, mi sono detto perché non provare.
In questa agenzia, una delle più grandi di Italiana Assicurazioni Spa a Roma, ho svolto diversi ruoli: ho fatto il subagente, il dipendente part- time, fino ad arrivare ad acquisire delle quote della società, e a ricoprire un’ambita carica che oggi viene definita CDO (Chief Digital Officer).
Tuttavia, nonostante la mia crescita rapida ed esponenziale in azienda, non ero pienamente soddisfatto da un punto di vista professionale.
Il motivo? Mi ero accorto che quasi tutte le agenzie vendevano alle persone e alle aziende polizze “a casaccio”, senza ascoltare minimamente le esigenze e i bisogni delle famiglie e degli imprenditori.
Così, con il passare degli anni, ha cominciato a prendere forma nella mia mente l’idea di creare una realtà diversa.
Desideravo costruire una società di consulenza, che avesse alla base un sistema in grado di comprendere con esattezza la situazione del cliente e le sue reali esigenze, per stipulare delle coperture davvero “su misura”.
Sì, perché le polizze puoi acquistarle da chiunque in un certo senso: poste, banche e “venditori di polizze tanto al kg”, ma quanto sono sicure e corrette le soluzioni che propongono? Tra contratti poco trasparenti, vincoli e costi poco chiari e scarsa attenzione alle esigenze specifiche dei clienti.
Dopo tanti anni di formazione e di riflessione, il mio sogno imprenditoriale è così diventato realtà e nel 2012 ho fondato Assit.
2. Ci sono dei requisiti di base per poter aprire o lavorare in agenzia?
Non esiste un percorso di studi specifico e “ufficiale” per lavorare come agente assicurativo.
A livello burocratico si devono rispettare due condizioni: la residenza o la sede legale in Italia o in altro Stato della comunità europea e l’iscrizione al Registro Unico degli Intermediari Assicurativi e Riassicurativi (RUI).
Al di là di questo, oggi è necessario, direi imprescindibile, avere buone doti comunicative, saper lavorare in team, avere ottime capacità di mettersi in gioco e tanta voglia di migliorarsi.
3. Quali sono secondo te le principali differenze col passato?
Sono cambiati i consumatori, il mercato. Un tempo era molto più importante il rapporto personale one-to-one con il cliente, che si affidava completamente al proprio assicuratore. Inoltre la tecnologia era vissuta più come un “fastidio” che come un asset importante.
Oggi le persone sono molto più informate, e vogliono entrare in possesso di tutte le informazioni necessarie per poter scegliere liberamente. Non si può proporre semplicemente un prodotto, è fondamentale muoversi su un livello più alto di consapevolezza.
4. Perché oggi sei un consulente assicurativo e non più solo un intermediario? C’è differenza tra le due figure?
Assolutamente sì. Mi rendo conto che per la maggior parte delle persone la definizione di consulente assicurativo si discosta molto dall’idea che si ha del lavoro dell’assicuratore, visto come una figura legata spesso esclusivamente alla vendita di una polizza per l’auto o per la casa.
Non ho mai scelto la strada più semplice, basando i miei risultati sulla quantità di polizze vendute. Ho sempre preferito distinguermi e offrire ai clienti le migliori informazioni per renderli consapevoli delle regole del nostro Paese e dei rischi che possono distruggere i loro sogni e progetti quotidiani. Solo quando mi danno mandato parliamo di soluzioni e prodotti assicurativi.
Per di più oggi questo modo di operare è proprio imposto dagli ultimi aggiornamenti normativi, che chiamano a rispondere il consulente che non informa adeguatamente i propri clienti.
5. Chi sono oggi i principali clienti di Assit?
Il target dei nostri clienti è abbastanza eterogeneo (famiglie, professionisti e piccole aziende). Il mio team è composto da consulenti specializzati in diverse aree di competenza. Questo ci permette di rispondere facilmente alle esigenze di tutti.
Posso dire che la maggior parte dei nostri clienti sono accomunati da un fattore comune: hanno scelto un servizio basato sul rapporto umano, sulle informazioni e sulla tecnologia.
6. Dicci 3 aspetti che ti piacciono di più del tuo lavoro
Senza dubbio poter aiutare le persone a proteggere il loro futuro, in qualche modo prendere parte ai loro progetti di vita e professionali.
Mi piace poter conoscere numerose persone di varie professioni e varie esperienze di vita: con molti di loro si è instaurato anche un bel rapporto personale.
Infine, poter lavorare con un team di persone che vuole fare la differenza sul mercato e non si limita a svolgere il proprio “compitino” quotidiano.
7. Quali sono (se ci sono) i principali ostacoli che hai affrontato in questi 20 anni di carriera?
Il rinnovamento della nostra professione: fa strano dirlo ad alta voce ma quella dell’intermediario assicurativo è una professione che ha lottato per anni per lasciare le cose così com’erano.
Un altro ostacolo è dato dall’individualismo degli attori nel settore, troppo attenti al proprio fatturato e poco propensi ad investire. Negli anni passati non è stato facile trovare colleghi e collaboratori che avessero la mia stessa visione.
E infine riuscire a conquistare la fiducia di chi si ritrova a dover richiedere i nostri servizi ma magari non ne sa molto…insomma c’è chi ci vede come i lupi cattivi delle fiabe pronti solo a “fregarti”.
8. Quali consigli daresti a una persona che vuole intraprendere oggi un percorso da consulente assicurativo
Rispetto a qualche anno fa ora è più evidente che il ruolo del consulente assicurativo sta cambiando, le nuove tecnologie consentono di relazionarsi con i clienti in maniera differente, e di questo ne gioveranno soprattutto le nuove leve.
Questo lavoro ha tanti vantaggi, la possibilità di conoscere tante persone, poter gestire liberamente i propri orari, poter viaggiare per conoscere nuove realtà.
Beh, bisogna innamorarsi di quello che il lavoro può donarci rispetto a quello che il lavoro ci fa fare.
Questa professione mi ha consentito di mettermi in discussione, di scoprire le mie aree di miglioramento e mi ha permesso di entrare in contatto con moltissime persone che mi hanno arricchito per le loro storie. La nostra è una bellissima professione e sono felice di non averla mai abbandonata anche nei momenti di difficoltà e frustrazione.
Il rapporto tra clienti e intermediario assicurativo è un rapporto fortemente basato sulla fiducia. E anche quando si percorre la strada dell’innovazione tecnologica non può venir meno la relazione umana che porta a lavorare insieme su un obiettivo comune: rendere consapevolmente protetta la propria vita.
Noi di Assit ci impegniamo da oltre 10 anni nel fornire una consulenza assicurativa, welfare e patrimoniale di reale valore per chi si affida al nostro team. Crediamo nell’importanza della conoscenza, per questo aiutiamo i nostri clienti a scoprire e valutare le proprie aree di rischio.
Per scoprire di più sulla nostra storia e capire cosa possiamo fare per te, ti invitiamo a fare un giro sul sito www.assit.it e sui nostri canali social.
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